Giornata Mondiale delle Mucopolisaccaridosi #MPSDay

Quando una terapista entra in relazione in un percorso di riabilitazione e cura con la persona, entra in relazione anche con la sua storia di vita.

Quando una terapista entra in relazione con una malattia metabolica rara, come la mucopolisaccaridosi, la/il terapista entra nel percorso di vita della persona e non solo nel suo percorso di riabilitazione e cura.

Se la diagnosi colpisce la famiglia e la persona nell’immediato, come uno Tsunami, la/il terapista accompagna, si affianca, vive e condivide con la persona e la famiglia gli aspetti della vita quotidiana e di tempo libero da quel momento in poi (da dopo lo Tsunami, per ri-trovare le risorse e dare speranza) , da persona a persona. La/il terapista entra in relazione con la sua pratica, tecnica, terapia non farmacologica, unica terapia al momento e comunque una terapia di accompagnamento, supporto, sostegno, in quanto al momento non esiste una cura definitiva per la malattia.

Quando una terapista conosce una bambina con la Sindrome di Sanfilippo, definita anche «l’Alzheimer dell’infanzia» prende a cuore tutto della vita di quella bambina: la bambina in primis con la sua crescita unica e speciale, la famiglia che diviene anche per la/il terapista “famiglia” (consapevolmente e professionalmente, in quanto si crea un legame profondo) e tutto ciò che c’è attorno e, attorno alla Mucopolissacaridosi c’è l’Associazione SanfilippoFighters e tu ne divieni parte!

Oggi 15 maggio è la Giornata Mondiale delle Mucopolisaccaridosi #MPSDay. È importante conoscere, è importante sensibilizzare non solo per le famiglie, ma anche per noi operatori!

#MPSDay

Elena

Fioritura

Un maggio particolare, il mese dei fiori con temperature e giornate che apparentemente ci ricordano ancora l’inverno, eppure la FIORITURA avviene!

Una fioritura reale le rose, le peonie, margherite,… e una fioritura simbolica, forse la nostra di cui non ce ne accorgiamo, ma avviene.

La musica, la gestualità, il movimento fanno fiorire fiori di pesco e Hibiscus gialli, fanno abbracciare querce.

Quando troviamo uno stato di flusso, sperimentiamo la quiete mentre siamo vigili. Non è uno stato di collasso o di quasi sonno, e noi non siamo tagliati fuori dal mondo. Questo è quando il nostro sistema nervoso vago ventrale* è dominante. È certamente dove sono quando sono impegnata nel Movimento Contemplativo, nel movimento meditativo, nella mia scrittura creativa e dopo essere stata in movimento testimone di me stessa/o”.

* Il vago ventrale ha il compito di sovrintendere al sistema nervoso autonomo, tenendo metaforicamente i sistemi vago simpatico e dorsale in un caldo abbraccio (Porges e Lipsitt, 1993)

Lotus Mudra inspirando ed espirando ci portano nella meditazione

Qualunque fiore tu sia,

quando verrà il tuo tempo, sboccerai.

Prima di allora

una lunga e fredda notte potrà passare.

Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento.

Perciò sii paziente verso quanto ti accade

e curati e amati

senza paragonarti

o voler essere un altro fiore,

perché non esiste fiore migliore di quello

che si apre nella pienezza di ciò che è.

E quando ciò accadrà,

potrai scoprire

che andavi sognando

di essere un fiore

che aveva da fiorire.

Poesia attribuita a Daisaku Ikeda, ma scritta da Walter Gioia.

E siamo pronte per entrare nella pratica della FIORITURA.

Che la tua fioritura possa essere utile per il tuo benessere e il benessere agli altri.

Respira e saprai che cos’è un fiore. Sii un fiore e saprai che cos’è un respiro.
Fabrizio Caramagna

#Buonigiorni

Elena

N.B.: Ti aspetto lunedì 3 Giugno 2024 a “Lo Spazio” per il nostro appuntamento mensile con la pratica meditativa.

Meditazione in movimento e approccio creativo al movimento: Seminario di Movimento autentico, iscriviti entro il 15 maggio 2024

29 Aprile 2024

Ogni Anno celebro questo giorno, non solo perchè sono una Danza Movimento Terapeuta, ma anche perchè il movimento mi appartiene!

Quest’anno voglio celebrarlo proprio a partire dal movimento che si trasforma in danza e lo voglio fare condividendo con tutti noi: 

JENS WAZEL 

Il sito e il canale di un grande, a mio avviso, fotografo e regista che ha realizzato docu-film su importanti personaggi del movimento danza: Jens Wazel, che ho conosciuto per il docu-film su Janet Adler (vedi di seguito).  

Sito: https://www.jenswazelphotography.com 

Canale youtube:  www.youtube.com/@JensWazelPhotography

MESSAGGIO INTERNAZIONALE 

Condivido “Il messaggio internazionale” che viene affidato ogni anno a una personalità della danza: quest’anno è Marianela Nuñez, Principal argentina del Royal Ballet di Londra: 

Un ricordo non basta per fare la storia. E la storia di un teatro, come quella di ognuno, è anche la storia degli altri, di come un’arte come la danza sia migrata e cresciuta a latitudini diverse.
Le pareti del Royal Ballet custodiscono fotografie che raccontano il viaggio, la storia chiama i suoi protagonisti e la danza in Argentina brilla con ognuno di quei nomi.
Spesso le istituzioni si immergono nell’anonimato silenzioso, senza volti né nomi, per evitare di confrontarsi con l’eco del passato.
Sono le organizzazioni promosse e sostenute dall’ITI-UNESCO, come il Consejo Argentino de la Danza, che spesso fungono da muro che ferma l’oblio.
Sono con voi nell’impegno di riscattare e rivitalizzare la storia di maestri, artisti e coreografi che hanno arricchito il mondo della danza, meritando di essere ascoltati dalle generazioni future.
Facciamo sapere a tutti che non siamo spettatori, ma eredi di una tradizione forgiata con arte, dignità e sacrificio, nutrendo il nostro cammino con vocazione e amore per la bellezza. Sebbene il futuro e il presente catturino la nostra attenzione, senza le solide basi del passato, senza la fertilità della nostra terra, l’albero della danza non può fiorire. Le radici sono tradizione e allo stesso tempo… nutrimento.
Marianela Núñez


Traduzione a cura del Centro Italiano dell’International Theatre Institute (ITI Italy)

SEMINARIO MOVIMENTO AUTENTICO 

Per concludere…  

Per te che Mediti, 

Per te che pratichi, yoga, taiji,Mindfulness,

Per te che danzi, che fai un lavoro su di te da un punto di vista fisico, 

Per te che sei un operatore sanitario, un’insegnante, un’assistente sociale,… 

Per te che sei semplicemente curioso o curiosa…

Ti invito a conoscere il MOVIMENTO AUTENTICO. 

Ti aspetto a “Lo Spazio” sabato 25 maggio 2024 con Elena Rovagnati e Francesca Borghese, con Maria Rosa Govoni e con un importante messaggio:

Essere vivi è essere incarnati, muoversi è esplorare il linguaggio più basilare dell’umanità, il linguaggio con cui tutti iniziamo la nostra vita: quello, appunto, del movimento. Se il movimento è un linguaggio primario, la danza è l’espressione creativa della nostra prima lingua. Il processo creativo è di fondamentale importanza.

ROSA MARIA GOVONI, La benevolenza del testimone interno: ritrovando il proprio corpo e il suo respiro in movimento. Tratto da Bollettino della Fondazione Nazionale «Vito Fazio-Allmayer», TEORIE PEDAGOGICHE E PRATICHE EDUCATIVE Anno L – nn. 1-2 – Gennaio-Dicembre 2021

Giornata Internazionale della Danza 2024

Elena

#JensWazel #janetadler #danzamovimentoterapia #danza #29aprile #giornatainternazionaledelladanza #movimentoautentico #authenticmovement #movimento #elenafossati #lospazio 

La Primavera di Maastricht

Da oggi 23 aprile nelle #giornatamondialedellibro è online la mia storia breve che mi ha fatto fare pace con questa città: Maastricht!

#lascritturacura

Dopo avere condiviso la scorsa estate le pagine di un diario che mi hanno permesso di rielaborare il mio vissuto (ma non svelo nulla per non farvi perdere l’interesse per il racconto)…
L’Estate in un Diario di Elena Maria Fossati

Ora le pagine vi portano in una esperienza che ha portato la primavera non solo nelle città nordica, ma anche in me!

La Primavera di Maastricht di Elena Maria Fossati

Il sole che fatica ad uscire ad inizio primavera, splende nella creatività degli olandesi: una creatività solare, ricca di bellezza e di originalità.

Un pezzo di ceramica si arricchisce di parole poetiche.

Un gomitolo di lana crea maglie colorate.

Piccoli luoghi di arte e creatività splendono tra le gocce di pioggia.

La natura invece anche nel grigio colora fredde giornate pasquali: canti di uccelli che hanno fatto nidi. Fiori tra i rami del bosco selvatico a ridosso della città!

Ho fatto pace con te città un po’ confusa. 

Cit. E.F.

#Buonalettura

Elena

MOVIMENTO AUTENTICO 

Sabato 25 maggio 2024, presso “Lo Spazio”, in occasione degli eventi X Lo Spazio, verrà proposto un Evento eXperience molto particolare, un’esperienza di movimento corporeo che avvicina la danzamovimentoterapia, nel suo aspetto di movimento spontaneo, personale, movimento piccolo e assenza di movimento, la pratica meditativa e contemplativa, proprio per l’aspetto più spirituale di questa pratica e l’aspetto terapeutico in quanto questa pratica riprende attraverso il corpo e il suo movimento l’immaginazione attiva junghiana. 

eXperience MOVIMENTO AUTENTICO

Vivremo un pomeriggio di attenzione e cura di noi del nostro corpo attraverso la pratica del MOVIMENTO AUTENTICO, un pratica corporea contemplativa, incarnata, di esplorazione del proprio sé, accompagnate da Dott.ssa Elena Rovagnati e da Dott.ssa Francesca Borghese, con una presentazione teorica in video collegamento con la Dott.ssa Rosa Maria Govoni, Psicologa, Psicoterapeuta, DanzaMovimentoTerapeuta, Trainer di Movimento Autentico, che ha curato la prefazione dell’edizione italiana di “Il corpo cosciente” di Janet Adler e che ha divulgato in Italia questa pratica, come strumento di cura, supervisione e crescita personale. 

Di seguito potete trovare le informazioni organizzative per la partecipazione.

Vorrei però soffermarmi, per farvi invogliare alla partecipazione e per togliere i timori che ci accompagnano quando leggiamo danzamovimentoterapia, danzare,…. 

Cosa non è il MOVIMENTO AUTENTICO: 

  • non è una danza con passi e musica
  • non è per l’occasione del seminario, una terapia, anche se tutto è terapeutico in senso lato!
  • non ci saranno “imbarazzismi”
  • saremo tutti principianti 
  • tutti possono farlo (il seminario non è rivolto a bambini/e e ragazzi/e)

Cosa è il MOVIMENTO AUTENTICO: 

  • una pratica di movimento corporeo spontaneo 
  • uno spazio spirituale
  • uno spazio psicologico ed emotivo 
  • un’esperienza meditativa
  • un’esperienza creativa 
  • uno spazio di presenza a sé, all’altro e al mondo, alla natura. 

APETTI TEORICI

Il Movimento Autentico, metodo di esplorazione dell’inconscio attraverso il movimento, è stato in gran parte definito dall’opera di Mary Starks Whitehouse, Janet Adler e Joan Chodorow. Le autrici enfatizzano l’importanza del movimento come forma di comunicazione, in particolare quel movimento, “inconscio” o “autentico”, che emerge da uno stato di profonda consapevolezza sensoriale, da un’attitudine di “ascolto interno”, meditativo.

Un tale movimento può svelare immagini potenti, sentimenti e sensazioni cinestesiche, di percezione del proprio corpo/movimento, che emergono dalle profondità e che possono collegare il sé interiore con una dimensione trascendentale. 

L’esperienza, la pratica faranno comprendere questi concetti teorici, che spesso per molti/e restano astratti. 

PER APPROFONDIRE

  • Docu-film Janet Adler | Into the Light
  • Articoli: 
  • Libri:

Il corpo cosciente. La disciplina del movimento autentico, di Janet Adler (Autore),  R. Govoni (Curatore)  S. Reginelli (Traduttore), Astrolabio Ubaldini, 2006

Movimento autentico, di Patrizia Pallaro (Autore), G. Manarolo (Curatore), Anna Piccioli Weatherhogg (Traduttore), Cosmopolis edizioni 

Vi aspetto

Elena

Depurare, disintossicare, detox corpo e mente 

Articoli, libri, pratiche per durarsi, disintossicarsi, ripulire,… 

Dalle pulizie di primavera, alla detoxification, nella sua abbreviazione Detox (trattamenti per disintossicare l’organismo e liberarlo da tossine): diete, prodotti, pratiche più impegnative e meno impegnative, secondo le esigenze di ciascuna/o.

Le diverse pratiche tradizionali yoga, meditazione, ayurveda hanno diverse strategie che vanno a riequilibrare i vari componenti del nostro organismo in questa stagione di risveglio. 

DETOX

Se molte pratiche depurative sono legate a trattamenti interni ed esterni  non dimentichiamo l’importanza  di un detox mente-corpo/movimento: oltre a eliminare quelle del corpo è importante anche eliminare le tossine dalla mente, così da avere benefici anche a livello emotivo e psichico.

Se volete iniziare in autonomia è importante: 

  • limitare l’uso di dispositivi elettronici
  • cercare di staccare e di ritagliare dei momenti di relax camminando, leggendo, ascoltando musica e magari ballando 
  • fare ordine negli ambienti in cui si vive, in modo che anche l’ambiente sia confortevole e migliori lo stato d’animo
  • cerca di stare a contatto con la natura, magari camminando dove possibile a piedi nudi, oggi chiamato in modo evocativo e affascinante “hearthing”, anche se lo aveva già fatto Robert Redford in “A piedi nudi nel parco”! 

Se invece vuoi essere guidata/o

  • pratica yoga o meditazione (noi a “Lo Spazio” lunedì 8 aprile abbiamo praticato per ripulire la nostra mente-corpo-cuore, ma abbiamo corsi yoga settimanali con qualche posto libero ancora in sala)
  • fai esercizi di respirazione o di Pranayama per aiutare a rilassare corpo e mente

MediTiAmo!? di lunedì 8 ci ha portato a disintossicare la mente, partendo da una pratica di preparazione  proposta direttamente dal Dalai Lama, ma che simile ritroviamo nello yoga e nella meditazione cristiana, una proposta di padre Antonio Gentili nel suo testo “ Dio nel silenzio”; significa che siamo proprio tutti interconnessi/e. 

TONGLEN 

Il cuore della nostra serata è stata una pratica sul dare e il ricevere/ dare e l’avere.

La pratica di Tonglen può essere profondamente trasformativa, aiutandoci a coltivare una maggiore compassione e altruismo. Tuttavia, è importante praticarla con gentilezza e pazienza, senza aspettarci risultati immediati (imparare a lasciare andare il perfezionismo, che a volte è utile, altre volte non serve e ci appesantisce). Con il tempo e la pratica regolare, potremmo notare un aumento della nostra capacità di amare e comprendere gli altri.

La pratica di Tonglen è una meditazione compassionevole che ha origini nella tradizione buddhista tibetana. “Tonglen” in tibetano significa “prendere e dare”. È una pratica che mira a coltivare la compassione e la saggezza attraverso la consapevolezza della sofferenza degli altri e il desiderio di alleviarla.

Grazie alle parole di uno scritto pubblico di Pema Chödrön, tratto dal suo libro Se il mondo ti crolla addosso“, edizioni Feltrinelli condivido “Il tonglen insegnato da Pema Chödrön”:

ll tonglen ribalta la logica abituale di evitare la sofferenza e cercare il piacere. Nel processo, ci liberiamo di modelli antichissimi di egoismo. Iniziamo a provare amore per noi stessi e per gli altri; iniziamo a prenderci cura di noi stessi e degli altri. Il tonglen risveglia la nostra compassione e ci propone una visuale molto più ampia della realtà.

Per provare compassione per gli altri, dobbiamo provare compassione per noi stessi. In particolare, prestare attenzione alle persone paurose, arrabbiate, gelose, sopraffatte da dipendenze di ogni genere, arroganti, orgogliose, avare, egoiste, meschine, quello che volete – provare compassione e preoccuparsi per queste persone significa non scappare via dal dolore di ritrovare queste caratteristiche dentro di noi. Di fatto, può cambiare tutto il nostro atteggiamento nei confronti del dolore. Anziché evitarlo e nasconderci, potremmo aprire i cuori e permetterci di sentire quel dolore, sentirlo come qualcosa che ci addolcisce e ci purifica e ci rende molto più amorevoli e gentili.

La pratica del tonglen è un metodo per collegarci con la sofferenza – la nostra e quella che è attorno a noi, ovunque andiamo. È un metodo per superare la nostra paura di soffrire e per sciogliere la durezza dei nostri cuori. Principalmente è un metodo per risvegliare la compassione insita in tutti noi, non importa quanto crudeli o freddi potremmo sembrare.

Iniziamo a praticare prendendo su di noi la sofferenza di una persona che sappiamo stare male e vorremmo aiutare. Per esempio, se siamo a conoscenza di un bambino che soffre, inspiriamo con il desiderio di portargli via tutto il dolore e la paura. Poi, quando espiriamo, inviamo felicità, gioia o qualunque cosa potrebbe portargli sollievo. Questa è l’essenza della pratica: inspirare il dolore degli altri in modo che possano stare bene e avere più spazio per rilassarsi e aprirsi – espirare, inviando loro quiete o quello che sentiamo potrebbe portare loro sollievo e felicità.

Spesso, tuttavia, non riusciamo a esercitare questa pratica perché ci ritroviamo faccia a faccia con la nostra paura, la resistenza o la rabbia, o con quello che, in quel momento, è il nostro dolore personale.

A quel punto possiamo cambiare obiettivo e iniziare a praticare il tonglen per quel che stiamo provando noi e per milioni di altre persone come noi che proprio in questo momento stanno provando la stessa difficoltà e la stessa infelicità. Forse siamo in grado di dare un nome al nostro dolore. Lo riconosciamo chiaramente come terrore o disgusto o rabbia o desiderio di vendetta. Quindi inspiriamo per tutte le persone in preda alla stessa emozione ed espiriamo sollievo o quel che apre lo spazio per noi stessi e per le innumerevoli altre persone. Forse non riusciamo a dare un nome a quel che stiamo provando. Ma riusciamo a sentirlo – un nodo allo stomaco, un buio pesante, quello che è. Entriamo semplicemente in contatto con quel che stiamo provando e inspiriamo, lo prendiamo dentro, per tutti noi – e mandiamo fuori sollievo per tutti noi.

La gente dice spesso che questa pratica è contro natura rispetto a come di solito ci teniamo insieme. Esatto, questa pratica va davvero contro natura rispetto a volere le cose come piacciono a noi, a volere che tutto si risolva bene per noi, indipendentemente da quel che succede agli altri. La pratica fa crollare il muro che abbiamo costruito attorno ai nostri cuori. Fa crollare gli strati di autodifesa che abbiamo cercato di creare così accanitamente. Nel linguaggio buddhista, si direbbe che dissolve l’attaccamento e l’aderenza dell’io.

Il tonglen ribalta la logica abituale di evitare la sofferenza e cercare il piacere. Nel processo, ci liberiamo di modelli antichissimi di egoismo. Iniziamo a provare amore per noi stessi e per gli altri; iniziamo a prenderci cura di noi stessi e degli altri. Il tonglen risveglia la nostra compassione e ci propone una visuale molto più ampia della realtà. Ci introduce alla spaziosità illimitata di shunyata. Praticando, iniziamo a entrare in contatto con la dimensione aperta del nostro essere. All’inizio questo ci permette di provare che le cose non sono poi così gravi e neanche così solide come sembravano prima.

Il tonglen può essere praticato per i malati, per chi sta morendo o è morto, per chiunque sta soffrendo. Può essere praticato come meditazione formale o direttamente sul posto in qualsiasi momento. Stiamo camminando tranquillamente e vediamo qualcuno che soffre – possiamo iniziare su due piedi a inspirare il dolore di quella persona e a espirare sollievo. Oppure, allo stesso modo, vediamo qualcuno che soffre e distogliamo lo sguardo. Il dolore porta in superficie la nostra paura o rabbia; porta in superficie resistenza e confusione. Così su due piedi possiamo praticare il tonglen per tutti quelli come noi, tutti quelli che vorrebbero essere compassionevoli e invece hanno paura – che vorrebbero essere coraggiosi e invece sono codardi. Piuttosto che colpevolizzarci, possiamo usare il nostro blocco come punto di partenza per capire le difficoltà della gente in tutto il mondo. Inspirate per tutti noi ed espirate per tutti noi. Usate quel che sembra un veleno come medicina. Usiamo la nostra sofferenza personale come via verso la compassione per tutti gli esseri.

Quando voi praticate il tonglen su due piedi, limitatevi a inspirare ed espirare, prendendo dentro dolore e mandando fuori spaziosità e sollievo.

Quando praticate il tonglen come meditazione formale, tenete presenti le quattro fasi:

  • Primo, fate riposare brevemente la mente, per un secondo o due, in uno stato di apertura o di immobilità. Questa fase viene tradizionalmente chiamata “gettare lo sguardo sulla bodhicitta assoluta”, oppure “aprirsi improvvisamente alla spaziosità e alla chiarezza di base”.
  • Secondo, lavorate con la consistenza. Inspirate una sensazione di caldo, scuro e pesante – un senso di claustrofobia – ed espirate una sensazione di fresco, chiaro e leggero – un senso di freschezza. Inspirate completamente, attraverso tutti i pori del corpo, ed espirate, irradiate, completamente, attraverso tutti i pori del corpo. Fatelo finché vi sentite sincronizzati con le vostre inspirazioni ed espirazioni.
  • Terzo, lavorate con una situazione personale – qualsiasi situazione dolorosa che vi è nota. Tradizionalmente si inizia praticando il tonglen per qualcuno che ci sta a cuore e che vogliamo aiutare. Tuttavia, se come ho detto prima vi sentite bloccati, potete fare la pratica per il dolore che state provando e contemporaneamente per tutti quelli come voi che provano quel tipo di sofferenza. Per esempio, se vi sentite inadeguati, inspirate quella sensazione per voi stessi e tutti gli altri nella stessa situazione, ed espirate fiducia e adeguatezza o sollievo nella forma che più vi piace.
  • Infine, ampliate questo prendere dentro e mandare fuori. Se state praticando il tonglen per qualcuno a cui volete bene, estendetelo a tutti coloro che sono nella stessa situazione del vostro amico. Se state praticando il tonglen per qualcuno che vedete in televisione o per strada, fatelo per tutti gli altri nella stessa situazione. Che sia più grande di quanto basterebbe per una persona sola. Se state praticando il tonglen per tutti quelli che provano rabbia o paura o comunque la stessa sensazione in cui siete intrappolati voi, magari è grande a sufficienza. Ma potreste andare oltre, in tutti questi casi. Potreste praticare il tonglen per coloro che considerate vostri nemici – quelli che fanno del male a voi o agli altri. Praticate il tonglen anche per loro, pensandoli come persone confuse e bloccate esattamente come il vostro amico o voi stessi. Inspirate il loro dolore e inviate loro sollievo.

Il tonglen può ampliarsi all’infinito. Man mano che praticate, col tempo la vostra compassione si espanderà naturalmente, insieme alla consapevolezza che le cose non sono così solide come pensavate. Procedendo nella pratica, gradualmente, con i vostri ritmi, sarete sorpresi di trovarvi sempre più capaci di essere lì per gli altri anche in quelle che prima sembravano situazioni impossibili.

Hai perso la pratica? Contatta “Lo Spazio” e partecipa MediTiAmo!?

La pratica di Tonglen comincia a dissolvere l’illusione che ognuno di noi sia solo con questa sofferenza personale che nessun altro può capire.

Pema Chödrön

Un articolo di qualche anno fa 

#Buonigiorni 

Elena

SETTIMANA DEL CERVELLO: La Mente nel Corpo, il Corpo nella Mente.

Anche quest’anno dall’11 al 17 marzo 2024 l’iniziativa internazionale dedicata alla divulgazione di attività, conferenze nel campo delle neuroscienze:

SETTIMANA DEL CERVELLO 2024

Quest’anno parteciperò con il collega Dott. Nicolò Castellini, Fisioterapista e Dott. in Scienze riabilitative.

Sabato 16 marzo 2024 dalle 15:00 alle 18:00 dialogheremo prima e poi vivremo un workshop per approcciare in un’ottica mente-corpo noi stessi/e, approfondendo la tematica del dolore e focalizzandoci sul mal di schiena (chi non ha mai sofferto di mal di schiena?!?).

Affronteremo tematiche come:

  • La definizione di mente e di corpo
  • Il movimento
  • Il dolore
  • Sperimentazione di esercizi e tecniche che ci possono fare prendere consapevolezza con il nostro corpo-mente e che possono aiutarci a prevenire/gestire il dolore in molte situazioni della vita quotidiana.

L’evento, patrocinato dal Comune di Bovisio Masciago, sarà gratuito con iscrizione per garantire la qualità del lavoro pratico.

Qui le informazioni e le modalità di iscrizione:

LA MENTE NEL CORPO IL CORPO NELLA MENTE

Scarica la locandina e ricordati l’iscrizione entro 11 marzo 2024: info@lospazio.org  oppure Tel. 3288339173

Il mio percorso e il tuo?

Forse qualche umano/a ha un percorso nella vita diritto, come quello di una freccia scoccata dal migliore tiratore con l’arco e ogni scopo, ogni sogno è retto e la freccia arriva dritta al bersaglio.

Il mio percorso è “semplicemente” molto più contorto, arzigogolato e anche quando sembra dritto, poi mi arriva una curva o una inversione a U da compiere, tanto che mi sembra di tornare indietro. 

Eppure è un viaggio così affascinante. 

Ieri sera facilitando un gruppo di pratica meditativa mi sono soffermata a riflettere con il gruppo su quel Ri-cominciare, cominciare di nuovo di cui scrivevo lo scorso gennaio.

Nei giorni precedenti la mia mano aveva disegnato quello che mi sembra ora il mio percorso di vita e di pratica meditativa (lo potete vedere nella foto).

Spesso siamo così … forse quasi sempre … nei nostri percorsi… per raggiungere uno scopo, un obiettivo, una meta, la linea che seguiamo non è regolare, retta. 

Ri-cominciamo fermandoci e ri-trovando  i nostri tempi e spazi di partenza nella pratica meditativa e nella vita.

IL CORPO

Nella vita quotidiana il corpo e la mente sono spesso separati. Il corpo è qui e la mente è altrove, forse persa in un passato lontano o in un futuro altrettanto lontano. Con la consapevolezza possiamo realizzare l’unità di mente e corpo, e recuperare la nostra interezza. In questa condizione, ogni pratica ci riporterà alla sorgente, che è l’unità di corpo e mente, aprendoci all’incontro reale con la vita.

Quando il corpo e la mente si unificano, le ferite del nostro cuore incominciano a rimarginarsi. Finché c’è separazione le ferite non possono guarire. 

Nella meditazione seduta i tre elementi del respiro, corpo e mente si calmano, e gradualmente diventano uno. Quando c‘è pace in uno dei tre elementi, presto ci sarà pace anche negli altri. Per esempio, se il corpo è in una posizione molto stabile in cui il sistema nervoso e muscolare sono rilassati, la mente e il respiro ne vengono immediatamente influenzati e gradualmente si calmano.(Sharon Salzberg)

ATTENZIONE E CONCENTRAZIONE

Nel nostro percorso di vita e pratica la concentrazione è una messa a fuoco dell’attenzione che ci permette di lasciare andare le distrazioni per un certo periodo per una certa attività. La concentrazione ci stanca. 

L’attenzione è un’attività più aperta e  quando la nostra attenzione è stabilizzata  l’energia ci viene ripristinata e ci sentiamo ripristinati nella nostra vita. E allora iniziamo a stabilizzare la nostra attenzione. 

Lo possiamo fare con il nostro respiro.

È SOLO UN RESPIRO

Stai respirando, è solo un respiro. 

È come vedere un amico in mezzo alla folla. Non devi mettere tutti gli altri da parte o farli andare via, ma il tuo entusiasmo, il tuo interesse sta andando verso il tuo amico. “Beh, c’è il mio amico!” C’è il respiro!

Se devi lasciar andare e ricominciare migliaia di volte, va bene: è solo un respiro.

TRE RESPIRI – pratica del Maestro Thich Nhat Hanh

La consapevolezza è il tipo di energia che ci aiuta a riconoscere e ad apprezzare le cose che ci circondano. Molto spesso nelle nostre vite siamo così assorti nelle nostre preoccupazioni e nelle nostre difficoltà, che non ci accorgiamo nemmeno che la primavera sta arrivando e che gli alberi fioriscono sulla strada che percorriamo ogni giorno. La consapevolezza è la pratica della meditazione nella nostra vita quotidiana. Quando ci accorgiamo che la nostra mente divaga e che abbiamo perso il contatto con il nostro corpo e con il momento presente possiamo semplicemente arrestarci per qualche istante e fare tre respirazioni con calma e agio.

Fermarsi è il primo passo per tornare ad essere felici. Mentre respiriamo in consapevolezza possiamo guardarci attorno e se pratichiamo correttamente scopriremo che nel momento presente ci sono tutte le condizioni necessarie perché noi possiamo essere felici. Forse i nostri colleghi, insegnanti , genitori o amici sono stati sgarbati con noi e ci hanno fatto soffrire, o forse la nostra vita troppo occupata non ci lascia lo spazio per fermarci, ma i fiori e gli alberi sulla strada che percorriamo ogni giorno continuano ad offrirci la loro freschezza. L’unica cosa che può privarci della gioia di poter apprezzare gli alberi e i fiori è la nostra mente.

Tre respiri sono sufficienti per ritornare a noi stessi e riconoscere che sia dentro che fuori di noi ci sono innumerevoli condizioni per poter essere felici. Il sole continua a brillare sopra le nostre teste! Se il sole non fosse più in cielo ogni persona sulla terra soffrirebbe molto, eppure non ci capita spesso di fermarci qualche istante per apprezzare il calore dei suoi raggi che ci accarezzano il viso.

Se abbiamo il desiderio di migliorare la nostra vita e di vivere felici possiamo riprometterci , ad esempio, di fermarci a respirare per qualche istante ogni volta che stiamo per salire in macchina. Questo è il primo passo e se siamo in grado di fare questo il secondo passo accadrà in modo naturale. Possiamo scrivere su un piccolo foglietto di carta la parola “Respira!” e possiamo mettere questo foglietto nella tasca della nostra giacca. Durante la nostra giornata, ogni volta che metteremo la mano in tasca, ci ricorderemo di ritornare a noi stessi e tranquillamente possiamo riprendere a seguire il respiro. Se siamo in grado di addestrarci in questo modo piano piano potremo vedere dei cambiamenti nella nostra vita quotidiana. Quando l’energia della consapevolezza ci accompagna diventiamo più stabili, rilassati, e non rischiamo di lasciarci trasportare da emozioni negative come la rabbia, la frustrazione o lo stress. In momenti difficili riusciremo a ritornare a noi stessi e ad apprezzare le meraviglie della vita che ci circondano, e piano piano riusciremo a vedere il modo migliore per superare ogni ostacolo. Man mano che l’energia della consapevolezza entra a far parte delle nostre vite diventiamo più felici e più sereni e le persone che ci vivono accanto trarranno grandi benefici dalla nostra freschezza.

(Thay)

#Buonigiorni 

Elena

E io avrò cura di me

Franco Battiato cantava

Ed io, avrò cura di te

Franco Battiato

Io potrei ripetere, e spesso lo sottolineo durante i miei incontri con le persone adulte e bambine che seguo, “Ed io, avrò cura di te”, ma aggiungo:

La cosa più importante è dirti:

E io avrò cura di me

Io posso darti uno spazio custodito, sacro, per sperimentarti, per prendere confidenza con te stessa/o, con le tue consapevolezze, posso darti strumenti per allenarti a fronteggiare gli imprevisti, ma innanzitutto è importante che tu riesca a dirti: 

 E io avrò cura di me

In queste settimane con i miei colleghi/e stiamo creando spazi per prenderci cura di noi. Perchè ognuno possa trovare un suo spazio custodito e sacro, dove con le sue caratteristiche possa affermare che

Io ho cura di me

Prenditi cura di te, io posso per un po’ essere al tuo fianco dandoti un tempo, 

Perché sei un essere speciale 

Ed io avrò cura di te

Franco Battiato

Per scoprire cosa a “Lo Spazio” abbiamo preparato per accompagnarti nella cura di te visita il sito

Le novità in programma:

IN PIENA ENERGIA DI RINASCITA TRA IMBOLC E L’EQUINOZIO

Incontro di Danze meditative 

Sabato 9 marzo dalle 15:00 alle 18:00

ISCRIZIONI ENTRO 1 MARZO