RESILIENZA

RESILIENZA

“Resilience, the capacity to lead to a continued existence by incorporating change”
(Folke et al., 2003)

Cosa è la resilienza?

Derivazione Etimologica: deriva dal latino resilĭens -ĕntis, part. pres. di resilīre ‘rimbalzare’, composto di re- ‘indietro’ e salīre ‘saltare’.

In fisica è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.

Nell’ambito dell’ecologia, la resilienza è la capacità della materia vivente di autoripararsi dopo un danno, o quella di una comunità o di un sistema di ritornare al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che ha modificato quello stato.

Nell’arte la resilienza è la capacità dell’opera di conservare esteticamente la sua particolarità, nonostante la crescente soggettivazione.

In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.

Borys Cyrulnik coniò questo termine che lo ha reso famoso:

“La capacità, che ciascuno possiede, in modo e misura variabili, di crearsi una via di scampo”.

Borys Cyrulnik è un neurologo, etologo, psicanalista e psichiata francesce, nato a Bordeaux nel 1937 da una famiglia ebraica, sfuggito alla deportazione nascondendosi, nel 1943, nel bagno della sinagoga della sua città. Attualmente è responsabile di un gruppo di ricerca in etologia clinica all’ospedale di Tolone e insegna etologia umana all’Université du Sud-Toulon-Var. E’ in libreria la versione italiana del suo libro “La Vergogna”.
Ecco la sua intervista rilasciata al festival della scienza nel 2011.

Attualmente il concetto di resilienza si sta affermando nell’analisi dei contesti sociali che vivono gravi catastrofi naturali o dovute all’opera dell’uomo, per esempio attentati terroristici, rivoluzioni o guerre.
In alcune comunità sociali vi sono processi economici e sociali che, in conseguenza del trauma (la catastrofe,…), cessano di svilupparsi restando in una continua instabilità e, alle volte, addirittura collassano, estinguendosi; in altri casi, al contrario, sopravvivono e, anzi, proprio in conseguenza del trauma, trovano la forza e le risorse per una nuova fase di crescita e di affermazione, pensiamo ad alcune comunità dopo i grandi terremoti.
Esse sono definite comunità resilienti!

E per finire  alcune informazioni sull’Osservatorio Pratiche di Resilienza, progetto sostenuto dalla Fondazione Cariplo a cura del DAStU del Politecnico di Milano, in partenariato con il DIST del Politecnico di Torino, il CURSA e il REsilienceLAB.

E’ sperare la cosa più difficile.
La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione.
(Charles Peguy)

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Creatività

Oggi vorrei con voi riflettere su questa parola: Creatività.
Dopo avere visto questo video  e avere letto questo articolo  mi sono ritrovata a riflettere.
Cosa è la creatività?
Mi piace sempre usare la definizione di Vygotskij, il quale dice che la creatività sussiste dovunque…

“(…)c’è un uomo che immagina, combina, modifica e realizza qualcosa di nuovo, anche se questo qualcosa di nuovo possa apparire un granello minuscolo in confronto alla creazione dei geni”.

Mi piace anche sottolineare che parlando di creatività non dobbiamo fermarci alla creatività degli artisti e dei bambini, ma possiamo allargarci a una concezione di creatività del quotidiano: la capacità di generare cose nuove, l’abilità di porre domande che riguardano l’essere umano in senso vitale, la capacità di costruirsi una vita spinta dal proprio mondo interiore, cercando di comunicare e di manifestare chiaramente la propria personalità (come fa l’artista con la sua opera d’arte, ma per l’uomo comune nella quotidianità).
Maslow dice che:

“ La creatività dell’uomo che si auto realizza” sembra piuttosto essere vicina alla “creatività ingenuae” universale dei bambini non viziati. Sembra essere più che altro una caratteristica fondamentale della natura umana, presente in tutti, cioè una potenzialità data alla nascita a tutti gli esseri umani. Ma la maggioranza degli uomini la perdono man mano che si inseriscono nella cultura”.

La creatività è una funzione dell’Io, che non consiste esclusivamente nella produzione di oggetti. L’io può essere creativo in molti modi e può vivere la sua creatività in qualsiasi momento della vita.
Se penso al mio lavoro, anche come DanzaMovimentoTerapeuta, per esempio, la DanzaMovmentoterapia porta il bambino, l’adulto, l’anziano a recuperare uno spazio di espressione di sé attraverso il movimento, a ripercorrere creativamente, intellettualmente e spiritualmente la vita, le esperienze.

E per concludere una carrellata di articoli tratti da Superfluonecessario:
http://www.superfluonecessario.it/terza-eta-movimento-e-creativita/
http://www.superfluonecessario.it/danzamovimentoterapia-un-approccio-al-movimento-che-guarda-alla-nostra-creativita/
http://www.superfluonecessario.it/empatia/

Vi invito a trovare qualcosa di creativo per voi!

Elena Fossati
“Lo Spazio”

EMPATIA

Care Lettrici e Cari Lettori della Rubrica Wellness del Blog di Superfluonecessario vorrei nelle prossime settimane trattare alcune tematiche legate a termini/parole che ultimamente vanno per la maggiore negli ambiti dedicati alla salute, al benessere, al wellness: EMPATIA CREATIVITA’ RESILIENZA SALUTOGENSI.

Se avete altre parole da inserire nel nostro viaggio legato a temi e significati scrivermi pure o commentate l’articolo!

Iniziamo con Empatia:
Termine derivato dal greco ἐν, “in”, e -πάθεια, dalla radice παθ- del verbo πάσχω, “soffro”, en-pathos, in tedesco Einfühlung; Ein fühlung: un tocco
E’ la capacità di “mettersi nei panni dell’altro” detto con parole semplici.

La capacità di comprendere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra persona, in modo immediato e talvolta senza far ricorso alla comunicazione verbale.

Tutti noi possediamo empatia con sfumature diverse: alcune persone possono essere poco empatiche, altre possono esserlo ma esercitare poco questa qualità e quindi essere meno immediati nei confronti dei sentimenti e vissuti dell’altro.

Interessante uno studio del Prof. Gallese (2005) sui neuroni specchio che a livello neurobiologico testimonia che
osservare persone che compiono che esprimono sensazioni ed emozioni attiva le stesse aree cerebrali di norma coinvolte nello svolgimento in prima persona delle stesse azioni e nella percezione delle stesse sensazioni ed emozioni.

Un articolo su Corriere Salute di Domenica ci aiuta a risollevare la nostra autostima definendoci essere dai super poteri, proprio perché empatici!

E allora coraggio ritroviamo gli spazi per condividere con gli altri emozioni e sensazioni, non solo postando o condividendo emoticon sui nostri stati di animo, perché “L’empatia è la base della natura sociale dell’uomo, rende possibile l’apprendimento e le relazioni affettive ed è una caratteristica diversa dalla capacità di mentalizzazione, che pure è tipica dell’uomo”, come dice Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di Psichiatria – proprio nell’articolo sopra citato.

Mettiamoci un po’ nei panni degli altri e come afferma un proverbio degli indiani d’America

“Prima di giudicare una persona cammina nei suoi mocassini per tre lune”

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Vuoi proporre altre parole, termini? Scrivi a info@lospazio.org oppure commenta l’articolo.

Gentilezza

Gentilezza:
Io Donna un settimanale che riscopro e scopro…
Non amo la moda, anche se mi piace leggere di Moda…
Non amo il gossip, anche se mi piace essere informata…
Io Donna si apre anche a molto altro nell’ultimo anno!
Ed ecco un articolo su Carla Signoris  (attrice genovese, moglie di Maurizio Crozza) che anticipa il mio ultimo incontro di #FrescoRespiro , una serie di appuntamenti che trattano di consapevolezza, presenza, rilassamento… per dirla con una parola #Mindfulness (vuoi sapere di più clicca qui ).

Tutto ciò mi invita a condividere con voi di questa parola:
Gentilezza… Io sono alla ricerca della gentilezza!
Il buddhismo, ma non solo il Buddhismo, la trattano, la praticano!
Qualcuno la chiama gentilezza, qualcun altro Amore per le cose,  per la vita, per il mondo, per gli altri…
La meditazione di “Metta” (termine buddhista) o “Gentilezza amorevole” si caratterizza come uno stato mentale che promuove aspetti del benessere: la benevolenza, l’affetto, la gentilezza amorevole, appunto.
La gentilezza amorevole è quella di una madre che culla il suo bambino: vi ricordate un momento della vostra vita in cui vi siete sentite cullate o le sensazioni di quando avete cullato qualcuno? La Gentilezza amorevole è disinteressata; ho trovato in una lettura cristiana del Vangelo Corinzi 13, che usando un altro termine parla di gentilezza amorevole:  “(… )La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.  Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.  La carità non avrà mai fine. (…)”.
Vorrei sperimentare questa pratica anche con voi.
La Metta comprende i seguenti aspetti:
La concentrazione di Metta,  concentrata essa diventa forte e potente
La flessibilità di Metta, può essere data a tutti, è versatile, universale e illimitata
L’utilizzo di Metta,  quando essa è forte e vigorosa noi possiamo usarla per produrre meraviglie e migliorare la vita di ognuno.

Per sviluppare questi tre aspetti ci vuole un metodo e ci vuole pratica, poiché meditare significa agire con la mente in sintonia con il corpo.
Assumiamo una posizione confortevole e facciamo qualche respiro profondo.
Andiamo a osservare un episodio della nostra vita in cui siamo stati in preda alla rabbia e, senza entrare nel merito dello stesso, ricordiamo le nostre sensazioni,… Poi osserviamo un episodio dove era la gentilezza amorevole ad essere presente e anche qui andiamo a coglierne le sensazioni.
Poi rivolgiamo il pensiero a noi stessi: volersi bene è la sensazione più importante per amare il prossimo (presente in molte tradizioni, culture, religioni, ma ne parleremo un’altra volta!) sentiamo la sensazione/consapevolezza del nostro desiderio di stare bene dentro e fuori di noi e rivolgiamo a noi queste parole tratte proprio dalla trazione Metta:
Che io possa essere al sicuro, libero dal pericolo e dal male
Che io possa vivere in pace, libero dalla sofferenza mentale
Che io possa essere sano, libero dalla sofferenza fisica
Che io possa aver cura di me stesso e vivere serenamente

Ripetiamole come un mantra e lasciamo che la mente si plachi.
Continuiamo per qualche minuto in questo modo poi, scegliamo una persona a cui vogliamo bene, che ci è vicina, per la quale ci risulti facile provare affetto e desiderio di inviarle gentilezza amorevole: essa sarà il nostro oggetto di meditazione, l’obiettivo del nostro flusso di metta. Possiamo immaginarla vicina a noi o sentirci al suo fianco e poi lasciamo che la mente/cuore sviluppi il suo flusso di Metta.
Possiamo ripetere le quattro frasi e una volta che il fluire della Metta è diventato stabile e continuo e sentiamo il corpo calmo possiamo allargare il campo inviandola alle persone più vicine ai parenti, agli amici,… e poi possiamo allargare il cerchio di pensiero… il nostro paese o città… Non ci sono limiti per inviare la gentilezza amorevole… anche fino al cosmo!
Gli insegnamenti della tradizione buddhista sostengono che vi siano molti benefici con questa pratica, ve ne elenco qualcuno:
• dormire bene,
• svegliarsi al mattino sentendosi bene e con il cuore leggero,
• le persone ci vogliono bene e noi ci sentiamo a nostro agio con loro, specialmente con i bambini,
• essere gentili verso gli animali,
• essere sostenuti e protetti
• essere in grado di raggiungere facilmente la concentrazione meditativa,
• il viso diventa luminoso e chiaro
….
(Nhat Hanh, 1997).

Alcuni studi sostengono che questa pratica è fondamentale per il tipo di empatia richiesta dal lavoro terapeutico (Bien, 2006); ci sono, inoltre,  studi che evidenziano che la compassione sia utile anche per noi: es. in uno studio (McClelland, 1986) è stato evidenziato zitto che gli studenti, mentre guardavano un film su Madre Teresa di Calcutta che compiva azioni compassionevoli, hanno mostrato un aumento di anticorpi utili a sviluppare le riposte del nostro sistema immunitario e questo accadeva anche in studenti che disapprovavano Madre Teresa e il suo lavoro.

Per concludere: lasciamo contagiare dalla Gentilezza!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Genitori

Quanto sia complesso essere genitori lo abbiamo ormai compreso!

Questo però non giustifica a non essere genitori “sufficientemente buoni” (come direbbe un <<antico>> studioso Winnicott) di un bambino o bambina, che, come cucciolo, ha bisogno di essere accudito e accompagnato alla crescita, attraverso un’educazione che dia al bambino/a la sicurezza, ma anche i limiti, la gioia, ma anche la consapevolezza delle altre emozioni, la possibilità di essere piccolo/a, ma anche le indipendenze e autonomie adeguate alla sua età.

Esistono scuole per genitori, percorsi di consapevolezza, corsi, incontri, libri,… Ma cari genitori la vita del genitore è soprattuto esperienziale, si impara facendo (sicuramente anche aiutati e consigliati,…), ma proprio perché si impara facendo non si delega la propria genitorialità a nonni, insegnanti, educatori, conduttori di attività extra scolastiche e di tempo libero, corsi,  strumenti tecnologici e applicazioni!

Genitori si è con le proprie responsabilità e i propri limiti, sapendo che nel mondo di oggi abbiamo una grande risorsa: che possiamo essere aiutati a essere genitori più consapevoli, ma non possiamo essere sostituiti, perché da quando abbiamo scelto di essere mamma e papà lo saremo per sempre!

“Lo spazio” è abitato anche da noi genitori, perché genitori si nasce quando nascono i nostri cuccioli!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

 

Leggendo qua e là

Leggendo qua e là per la sezione Wellness, oggi  riprendo quanto ho trovato e letto sull’inserto Salute del Corriere della Sera di Domenica 19 marzo: molti articoli interessanti!

Partiamo con il cibo: il cibo è la nostra prima medicina, in questo periodo di cambio di stagione abbiamo proprio bisogno di mangiare bene!
Leggo un interessante articolo sull’utilizzo del sale, causa dell’attuale epidemia di ipertensione….
Passando al potassio che spesso è carente nelle nostre diete ricche invece di sodio, appunto. La carenza di potassio crea aritmie cardiache, per esempio, e altre problematiche… Il potassio lo troviamo in banane, kiwi, frutta secca, cioccolato e legumi, per esempio.

Camminare velocemente, fare attività motoria aiutano, e lo dimostrano studi recenti anche in caso di bronchite e scompenso cardiaco, si legge nell’articolo di Alice Vigna che è importante muoversi anche poco, ma muoversi!
http://www.corriere.it/salute/cardiologia/17_marzo_17/camminata-veloce-toccasana-anche-chi-soffre-bronchite-cronica-o-scompenso-cardiaco-076555b2-0aed-11e7-82ab-c3e0ac11ad0a.shtml

Più impegnativo lo speciale sul Morbo di Parkinson, dove Gianni Pezzoli direttore del Centro parkinson CTO illustra e descrive questa patologia degenerativa.
http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/cards/perche-viene-come-si-cura-parkinson-primi-sintomi-cui-prestare-attenzione/caratteristiche-parkinson_principale.shtml

Utile per le donne in gravidanza che non vogliono assumere farmaci, l’articolo di Daniela Natali, sulle erbe sicure in gravidanza! Facciamo molta attenzione a ciò che assumiamo!

Insomma un dossier ricco e interessante, perché non pubblicizzarlo per una volta?
Buona lettura
Notizie tratte dall’inserto del Corriere Salute de “Il Corriere della Sera” 19 Marzo 2017 e visibili su Corriere Salute 

Se volete avere più informazioni e non trovate l’articolo desiderato contattatemi!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Primavera

La primavera sta per arrivare…

Oggi sarò essenziale!
I fiori lo rivelano già, soprattutto in questi ultimi giorni!
Primavera, risveglio, energie… In trasformazione.
Primavera, iltempo per nutrirsi in modo diverso, per iniziare a uscire e anche per ritagliarci degli spazi di consapevolezza di noi stessi, del nostro respiro!
E allora proviamo a immaginarci come una giornata di sole, o di pioggia, di vento, o nevosa…. Oggi che tempo siamo? Come ci sentiamo?
Buona Primavera!

elena fossati

“Lo Spazio”

Il giardino come cura dell’anima: giardinaggio

Giardino, cura, anima…

Il sole, le nuvole, la pioggia, caldo, fresco,… E’ marzo.

Voglia di vedere fiori, voglia, di piantare semi e bulbi…

Sono stata in Olanda nei giorni scorsi e il vedere distese di prati,… il mercato dei fiori,… gli olandesi con bulbi, semi e fiori in mano, mi hanno fatto voglia di prendermi cura del mio giardino, di un mio vaso abbandonato con una piantina morta per il freddo di gennaio.

Cosa accade quando piantiamo un seme, un bulbo? cosa accade quando facciamo giardinaggio?

Se tutti noi ci ricarichiamo passeggiando nel verde, il fare giardinaggio non solo ci fa stare all’aria aperta, ma ci fa essere presenti a quello che facciamo, ci fa stare in quell’azione e nell’esecuzione di azioni che si devono susseguire con un certo ordine nel tempo e in uno spazio: il vaso, la fioriera, la terra, il giardino. Ecco perchè nel settore della riabilitazione (psichiatrica, neurologica, in terapia occupazionale) il giardinaggio è inserito come terapia.

Ma per tutti noi che vogliamo darci ben essere nel quotidiano, i fiori, le piante, gli alberi, sono portatori di “energie positive” per il nostro corpo e la nostra anima; lo possiamo vedere in molte culture:  immaginatevi un giardino zen o una stanza in stile giapponese con orchidee, creano armonia interiore.

Tutti e in modi diversi possiamo trovare una soluzione per creare il nostro piccolo giardino: da un piccolo vaso in casa,  le case Olandesi , che ho visitato e osservato ne sono un esempio, ai balconi, ai giardini, ai parchi, … una proposta di tendenza è la “home gardening” (giardinaggio), ma anche orto sul balcone da benessere!

Diventiamo “Giardinieri dell’anima” !

“Non importa quanto è grande il giardino – un cubito per un cubito, o grandi campi di cui non si vede la fine – se lo pianti con le tue mani, se intanto carezzi la terra e ne prendi piccole manciate. Sii garbata, sii parsimoniosa. 
Non tirar su immense palate per sbrigare più in fretta il lavoro. 
Quando versi il latte sulla farina, mica lo rovesci tutto in una volta. No: delicatamente ne versi un pochino, rimescoli un poco, ed è così che bisogna trattare la terra, nel raccoglimento, essendo ben presenti e consapevoli.
Così appresi che questa terra, da cui dipendiamo per il cibo, per la sopravvivenza, per il riposo, per l’opportunità di incontrare la bellezza, dev’essere trattata così come spereremmo di trattare gli altri e noi medesimi. 
Quanto accade a questo campo in qualche modo accade anche a noi”

Pagg. 34/35 “Il giardiniere dell’anima” – Clarissa Pinkola Estes.

 

Buon Giardinaggio

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

NATURAlezza

Naturalezza… Una parola che sembra quasi sconosciuta dal punto di vista pratico, ma così affascinante…. Spesso sentiamo dire: “Fa le cose con naturalezza, vive con naturalezza,…” 

Eppure questa parola ci appartiene: noi dovremmo essere naturalezza e invece siamo spesso qualcosa di molto artificiale.
Ci vestiamo seguendo indicazioni e mode e non siamo personali nelle scelte di colori e abiti; mangiamo cibi confezionati; passiamo dall’auto al posto di lavoro, alla casa… Senza prendere un poco di aria … E ci siamo dimenticati che “LE COSE DI OGNI GIORNO CI RACCONTANO SEGRETI PER CHI LE SA GUARDARE E ASCOLTARE”.
Proprio in queste settimane in una scuola dell’infanzia sto vivendo un progetto di movimento e corporeità, attraverso la DanzaMovimentoTerapia, che sviluppa proprio questo tema attraverso due personaggi, due talpe, e queste due talpe stanno facendo vivere ai bambini e alle bambine esperienze semplici, della quotidianità, esperienza naturali.
Ascoltavo, martedì, un’intervista al prof. Raffaele Morelli, uno specialista che non passa indifferente, e affermava che gli esseri umani si sono dimenticati della naturalezza e poi… ascoltavo il brano vincitore di Sanremo “Occidentali’s Karma” interessante e ironicamente vero.

Seguiamo mode, indicazioni, idee, pratiche… E ci dimentichiamo di quanto le piccole cose di ogni giorno ci possano far stare bene!

Un saluto in NATURAlezza nel primo giorno di Marzo!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Nuovi equilibri tra buio e luce

Nuovi equilibri tra buio e luce: le ore di buio e luce stanno arrivando a trovare un equilibrio, l’equinozio di primavera, e poi il buio si ritirerà sino al solstizio d’estate, il giorno più lungo.

Tutti gli anni in questo periodo ci ritroviamo stanchi e assonnati, ma non riusciamo a riposare bene. È ancora inverno, si passa dal freddo a momenti più caldi… E il nostro corpo, ancora in “letargo”, ne risente.
Dolori alle articolazioni, influenza e raffreddore, appesantimento, desiderio di cibo, magari di dolce, svogliatezza, stanchezza mattutina, … Chi di noi non si ritrova?

Non preoccupiamoci questo significa che il nostro corpo sente ancora i cambiamenti stagionali,… Dobbiamo però fare tesoro di queste sensazioni e aiutarci.

– Sapete che 20 minuti di meditazione sono come 4 ore di sonno?
– Sapete che una camminata di 20 minuti aiuta il nostro corpo nella sua globalità, dal punto di vista cardiaco, respiratorio, muscolare, a livello endocrino,… E è meglio che una corsa?!?
– Sapete che bere acqua non fredda e mangiare più frutta e verdura di stagione ci aiuta a ripulirci dalle scorie, che abbiamo trattenuto durante l’inverno? Integriamo con l’alimentazione prima di arrivare a integratori (che si assumono solo se non riusciamo a introdurre elementi attraverso i cibi).
– Sapete che i fiori di Bach possono aiutarci a livello vibrazionale e sono un sostegno psico-emotivo durante i cambi di stagione?

Sicuramente questo periodo di passaggio dal buio alla luce, di risveglio è speciale per tutti adulti e bambini.
Cerchiamo di prenderci cura di noi.
Trovate nella sezione Wellness articoli utili per questo periodo, eccone qualcuno da rileggere perché sempre attuale!
http://www.superfluonecessario.it/stanchezza-in-caso-di/
http://www.superfluonecessario.it/stanchezza-e-primavera/

E prepariamoci perché tra qualche giorno sarà marzo, ma è ancora inverno!

Elena Fossati
“Lo Spazio”