Le mie riflessioni grazie a “Io Donna”

Grazie all’iniziativa di Io Donna, la rivista settimanale del Corriere della Sera, “La pandemia ci ha colto di sorpresa… invito alle lettrici”, mi sono presa un tempo di riflessione. Da un po’ di tempo riflettevo  su un argomento che mi sta molto a cuore e che fa parte della mia vita professionale. 

Dopo avere letto l’invito della redazione ho deciso di scrivere in merito alle Artiterapie, nello specifico alla DanzaMovimentoTerapia, metodologia che mi appartiene come strumento nella mia professione nella relazione di aiuto (sono un tecnico della riabilitazione psichiatrica). 

Quando la pandemia ci/mi ha colto di sorpresa ha portato alla luce un tema largamente trattato sotto gli aspetti psicologici, educativi, sociologici,…: il corpo, la corporeità: “Distanziamento fisico”, che mi piace un poco di più che “distanziamento sociale”, corpo come il “grande assente”… Quante volte abbiamo sentito queste parole; ma noi come lo abbiamo vissuto realmente, personalmente questo corpo, la nostra corporeità il nostro linguaggio non verbale, il nostro processo creativo? 

Lo yoga e la meditazione hanno avuto un grande successo in questi mesi (spero solo che non siano una moda passeggera, ma che diventino un’attitudine personale). Anche io pratico yoga, lo propongo ai mei clienti/pazienti, sono istruttrice di Mindfulness (ho un master in neuroscienze Mindfulness e pratiche contemplative, conseguito all’università di Pisa). 

Ci sono anche altre attività, pratiche, metodi che durante questa pandemia hanno permesso a molte persone, operatori, sanitari, professionisti di fronteggiare lo scoraggiamento, di coltivare resilienza, di sentire il corpo attraverso il processo creativo, con una modalità “occidentale” che dialoga con le “buone pratiche orientali”, ma che si apre a un linguaggio culturalmente più vicino a noi (sebbene con molte contraddizioni).  

Io vorrei condividere con tutti e tutte voi la mia modalità di rielaborazione corporea di questo periodo, modalità che ho portato in questi mesi professionalmente e, durante il lockdown volontariamente, agli altri, insieme alle altre attività che propongo con colleghi e per cui abbiamo ricevuto l’attenzione anche di Primum Vivere (https://primumvivere.secrp.com/article/20204161117-il-ben-essere-del-corpo-e-dello-spirito-un-bisogno-che-va-oltre-il-virus/), che ha ricevuto il mese scorso il Premio Assorel nella categoria Non Profit. 

Non vorrei dilungarmi su cosa siano le artiterapie metodologicamente, sulla formazione in queste metodologie (che spesso vengono erogate anche da artisti, che sono artisti, ma che non hanno una formazione per dare la valenza terapeutica all’arte in sè, senza nulla togliere al “potere terapeutico” intrinseco dell’arte), sulle finalità e sugli obiettivi nella cura, nella riabilitazione, nell’educazione e nella prevenzione come risorsa personale. 

Vorrei portarvi la mia esperienza: 

La DanzaMovimentoTerapia passa dal corpo. La situazione di pandemia ci ha portato spesso lontani dal corpo, spostandoci verso una mente piena di pensieri e innescando emozioni forti. Tornare al corpo per stare nel presente, tornare al corpo attraverso il processo creativo; la creatività ci rende liberi; “la creatività è un’intelligenza che si diverte” (diceva Einstein). 

Il processo creativo del movimento-danza ci radica nel presente attraverso una modalità di approccio che parla, a una donna, a un uomo del XXI, con un linguaggio attuale e vicino a noi. 

Pensare di entrare nel movimento creativo-espressivo attraverso uno schermo online o praticandola individualmente in uno spazio di casa,  potrebbe sembrare improbabile (più semplice meditare o fare pratica yoga da soli o online, forse!), ma non lo è stato. 

Attraverso l’attivazione da parte di un conduttore/conduttrice possiamo tornare alle sensazioni del corpo, trasformando i nostri gesti e movimenti in danza (#iorestoacasa incontri e momenti durante il lockdown https://youtube.com/playlist?list=PLvzhE-JJixDrmYzWg8yDBqjZ4N59XkZsN  

DanzaMovimentoTerapia https://youtube.com/playlist?list=PLvzhE-JJixDotdoz4DbyxdQq-So3j9Bao  ).

La danza non è solo quell’espressione artistica che siamo abituati a vedere come fruitori di spettacoli o fa fare come danzatori amatoriali o professionisti; la danza è quella modalità che l’essere umano ha di far uscire il proprio mondo interno/creativo attraverso il movimento. Questo è quello che mi ha aiutato a fronteggiare personalmente la pandemia, trasformare il non potere abbracciare e toccare le persone, sentire le mie emozioni creativamente passando dal corpo. 

Fare ri-trovare il corpo, non solo attraverso Asana o pratiche meditative, ma attraverso la percezione del corpo in sè, ri-sentendolo dando al corpo la sua tridimensionalità, ridonando il con-tatto personale e, attraverso il linguaggio simbolico, dare nuovamente il con-tatto del gruppo (grazie alle piattaforme per gli incontri online), tutto ciò mi ha dato la possibilità come professionista di aiutare gli altri a vivere la pandemia e le problematiche/fatiche  psico-emotive che essa ha generato, tutto ciò mi ha permesso di far trovare risposte diverse alla Pandemic Fatigue. 

Grazie Io Donna che parli di noi a noi! https://www.iodonna.it/benessere/salute-e-psicologia/2021/03/07/riequilibri-dartista/# 

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Screenshot scattato da Io Donna

Grazie a tutti coloro che vivono queste pratiche con me! 

#BuoniGiorni 

Elena Fossati